Penso: troppo tardi per provare un’iniziativa in suo ricordo, abbastanza in tempo per ricordare che il centesimo anno dura, appunto, come gli altri, un anno. C’è tempo per le idee. Intanto la profe si accontenterà del mio ricordo, sapendo io stessa bene del rischio che corro. L’insegnamento dell’insegnante di lettere che ho avuto, all’Istituto Magistrale di Bolzano dal 1958 al 1962, è stato: evitare la retorica vuota, i superlativi, le ripetizioni, tagliare, tagliare, cercare la parola giusta, misurata, esatta.

Impresa soprattutto per chi di noi, giovane, era pieno di entusiasmo, ideali, progetti che cercavano spazio nella lingua, nella letteratura, nella lettura, nella scrittura.

Una profe (giustamente) severa che ci faceva riscrivere, anche più volte, un testo. Era la ricerca di una forma, una misura per le passioni. Era la smania di leggere, ragionare con la propria testa, la curiosità verso il pensiero di altri umani, presenti in varie forme, anche al di là del tempo contingente. Di questo anche Carla è stata responsabile.

…..continua. L'articolo completo di Alma Zanfrà uscirà nel prossimo numero del Cristallo

                                                                                                                                                      Alma Zanfrà