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Itinerari della critica teatrale italiana del Novecento

a cura di
Mariagabriella Cambiaghi
e Gianni Turchetta

 

Roma, Mimesis, 2020, pp. 230

Oggi la critica teatrale è prevalentemente relegata ad una posizione marginale. Nelle testate giornalistiche è concentrata in piccoli spazi simili a finestre di un grande palazzo, quale può essere l’insieme degli elementi che definiscono un spettacolo. Eppure dalla lettura del volume Itinerari della critica teatrale italiana del Novecento curato da Mariagabriella Cambiaghi e Gianni Turchetta emergono nomi di recensori illustri mossi da visioni, poetiche e lucidi tagli interpretativi che derivano dai corrispettivi registri culturali.

Si definisce, in questo modo, un percorso letterario coerente allo sviluppo di una tradizione di straordinaria fecondità e bellezza impreziosita da firme prestigiose della cultura italiana, qui assemblate in due generiche categorie: da un lato gli «scrittori-recensori che restano profondamente letterati e che quindi puntano sulle risorse del testo», ossia i «testi centrici»; dall’altro lato gli «spettacolisti» attenti invece alle componenti materiali della messinscena.

Dai sette campioni monografici, ordinati in senso cronologico, emergono gli stili della critica, le tendenze, le prospettive analitiche che concorrono a dipingere il quadro della storia novecentesca del teatro italiano.

Si inizia con Marco Praga affrontato da Mariagabriella Cambiaghi che evidenzia, a partire dallo spoglio delle recensioni raccolte nelle Cronache teatrali (1919-1928), la concezione del «teatro al servizio del testo» cui si intreccia il riconoscimento della nascente regia. Interessano a Praga – drammaturgo e direttore della Compagnia Stabile del Teatro Manzoni – anche le reazioni del pubblico-lettore inteso come componente imprescindibile della comunicazione teatrale.

Da un uomo di teatro si passa con il saggio di Laura Piazza al poeta Vincenzo Cardarelli, collaboratore dell’“Avanti!” (1910-11) e poi de “Il Tempo” (1917-19). Sostenitore della centralità del testo, via via assimila nelle sue analisi lo sguardo sulle operazioni di regia e sulla drammaturgia scenica dell’attore. Convinto del magistero del classici, Cardarelli polemizza a più riprese con gli autori contemporanei, colpevoli di «non saper parlare, non della vita, ma dell’arte».

Spicca la figura di Enzo Ferrieri, fondatore nel 1920 de “Il Convegno. Rivista di letteratura e di tutte le arti” e a Milano del Piccolo Teatro del Convegno successivamente trasformato in Teatro del Convegno. Nell’ambito di queste attività, spiega Silvia Tisano, si sviluppano fondamentali traiettorie culturali finalizzate al rinnovamento della scena italiana attraverso l’apertura e l’assimilazione delle lezioni europee.

La prosa “poetica” e seducente di Angelo Maria Ripellino è al centro del contributo di Lorenzo Cardilli. Critico eclettico e noto saggista, intende la recensione come una «ricreazione» verbale dello spettacolo derivata dalla meraviglia e dagli effetti delle emozioni, come si legge nei suoi luminosi articoli pubblicati su “L’Espresso” dal 1969 al ’72.

Luca Gallarini si addentra nella cultura teatrale di Alberto Arbasino trasmessa nella raccolta monstre Grazie per le magnifiche rose: vicino all’elzeviro, la scrittura, che privilegia l’opera lirica e la rivista, elabora un tipo di recensione ricca di humour ma soprattutto si rivela sostenuta da «curiosità onnivora» verso il testo, il pubblico, la scenografia, fino alle città ospitanti per raccontare la mondanità post spettacolo.

Chiude questo interessante e intrigante volume l’attività di Giovanni Raboni concentrata nella raccolta Meglio star zitti? Scritti militanti su letteratura cinema teatro. Come bene argomenta Luca Daino, il poeta-saggista-traduttore declina l’idea di teatro come atto effimero e performativo che perciò deve essere raccontato nel suo linguaggio d’insieme, a partire dalla sintassi della regia là dove l’approccio è di tipo testo centrico.

Prezioso e indispensabile è l’Appendice che contiene l’intervento di Alberto Bentoglio Materiali per una biografia di Giovanni Pozzo critico teatrale e musicale e l’Antologia di recensioni dei critici studiati nel vari saggi.
 

                        di Massimo Bertoldi

 

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