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LIBRI

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Ecologia del diritto
Scienza, politica, beni comuni

di Fritjof Capra, Ugo Mattei

 

San Sepolcro (AR9, Aboca Edizioni, 2017, pp. 256.

 

Fritjof Capra e Ugo Mattei sostengono che le crisi ambientali, economiche e sociali del nostro tempo derivino da un sistema giuridico basato su una concezione del mondo obsoleta. Capra, intellettuale di fama internazionale, fisico e teorico dei sistemi, e Mattei, eminente studioso del diritto, spiegano come il diritto possa divenire parte integrante dello sforzo di miglioramento del mondo, anziché strumento di accelerazione della sua distruzione. Il libro ripercorre da un punto di vista inedito la storia parallela del diritto e della scienza dall’antichità ai tempi moderni e mostra come le due discipline si siano sempre influenzate a vicenda.

Negli ultimi decenni, la scienza ha cambiato prospettiva e non considera più il mondo come una specie di macchina cosmica, comprensibile in ogni suo dettaglio, bensì come un sistema, una vasta rete di comunità fluide, di cui studia le interazioni dinamiche. Il concetto di ecologia esprime e descrive questa impostazione. Il diritto in vigore resta invece intrappolato nel vecchio paradigma meccanicistico: il mondo come un insieme di parti separate, cui corrisponde un diritto individuale, tutelato dallo Stato.

Gli autori delineano concetti e strutture di un ordinamento giuridico coerente con i principi ecologici che organizzano la vita sul pianeta. Ne consegue una revisione profonda dei fondamenti stessi del sistema giuridico occidentale, una rivoluzione copernicana del diritto. Alla parola ecologia associamo immediatamente la difesa dell’ambiente, collegando a questo concetto pratiche e politiche cui via via nell’ultimo mezzo secolo - e in modo più significativo nell’ultimo quarto - i paesi industrializzati hanno attribuito valore in un orizzonte che minaccia la sopravvivenza del pianeta. In questa prospettiva sorretta da narrazioni eco-sostenibili e prese di posizione dichiaratamente responsabili, accordi sanciti da firmatari internazionali contengono obiettivi che prevedono “riduzioni” di vario tipo, i cui risultati paiono spesso alibi entro un modello generale invariato, facile bersaglio dell’attuale clima negazionista che dagli Stati Uniti al Brasile all’Europa si va diffondendo.

Un cambio di paradigma invece è quello proposto da Capra e Mattei, che utilizzano il termine ecologia sullo sfondo di un approccio sistemico sviluppatosi a partire da autori come Gregory Bateson o, in Cile, Maturana e Varela. In questo solco l’ormai classico “Tao della fisica” di Capra disegnava una scienza - quindi un pensiero - che attraversasse e connettesse i vari ambiti del sapere, facendo emergere il concetto chiave comune a questi autori: la rete.

Il focus quindi sul diritto che norma la vita umana intende fornire basi operative a partire dal superamento del pensiero cartesiano e degli esiti del pensiero occidentale basati sulla separazione tra mente e vita. Questa operazione viene scandita con precisione nei capitoli del volume con una panoramica storica su diritto e giurisprudenza, individuando in macchina e capitale i modelli di questa separazione, proponendo il passaggio dalla macchina alla rete e dal capitale ai beni comuni.

L’eco-diritto è un programma politico fatto di pratiche tra cui si cita l’esperienza del Teatro Valle di Roma, un programma in cui il diritto stesso diviene “bene comune”. Ciò entro una visione e un piano di azione per le comunità in cui ad esempio “la proprietà non sarà tutelata, se esercitata in funzione di fini antisociali”.

 

                              di Nazario Zambaldi

 

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