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Sandro Ottoni
Halb ländlich
Bozen 1966.
Eine Kindheit im »Semirurali«-Viertel
Aus dem Italienischen von Dominikus Andergassen
Merano, edizioni alphabeta verlag, 2018, pp. 170.
Del loro Land i lettori sudtirolesi sanno moltissimo. Storia, tradizioni, abitudini, personaggi e tipi umani; e poi paesaggio, colori, masi, castelli, palazzotti, città (o meglio i centri storici delle città): tutto questo è stato raccontato, illustrato, recitato, messo in scena mille volte. Esiste insomma una vasta produzione intellettuale in lingua tedesca dedicata al Land Südtirol, sia che gli autori vogliano celebrarlo, sia che cerchino la resa dei conti con la loro Heimat.
Ciò di cui i lettori sudtirolesi sanno poco o niente è invece quel mondo tutto italiano, che la traduzione del libro di cui parliamo definisce halb ländlich: le Semirurali di Bolzano appunto, raccontate da Sandro Ottoni in Un anno alle Semirurali, pubblicato nel 2006 da Fernandel. Bene fa quindi edizioni alphabeta verlag, per iniziativa di Aldo Mazza, a proporne una versione in tedesco. Dobbiamo pur conoscere le narrazioni dell'altro se vogliamo comprenderlo e conviverci; e siccome non siamo tutti bilingui, sono da salutare con favore questa e altre traduzioni promosse dall'editore: testi di autori locali italiani in tedesco e testi di autori locali tedeschi in italiano.
Il traduttore Dominikus Andergassen ha fatto un ottimo lavoro, risolvendo con intelligenza e creatività le difficoltà dovute all'uso frequente di espressioni dialettali e invenzioni linguistiche. Le prime, nella maggior parte dei casi, le ha mantenute spiegandole con brevi incisi; i giochi e le storpiature linguistiche le ha reinventate, come nel caso di “esclogitare” che diventa “auskundforschen”. Per il resto, la scorrevolezza del testo lo ha agevolato, perché Sandro Ottoni, ovvero Giacomo Chiodi, il bambino di dieci anni che a partire dal suo cortile scopre il mondo, ha azzeccato tutto in questo racconto. Il ritmo, il tono, le espressioni, le domande che il protagonista si pone e le risposte che si dà: a volte ingenue, a volte niente affatto infantili, a volte allegre e in certi passaggi autenticamente commoventi.
Siamo nel 1966: epoca lontana e passata, che ha lasciato poche tracce nel tessuto urbano e nell'immaginario collettivo. Le Semirurali e la Bolzano di allora non esistono più e probabilmente neppure i giovani altoatesini sanno molto di quegli anni, in larga parte rimossi anche dai loro genitori. Ciò rende questo anno di avventure e scoperte ancor più prezioso per il pubblico di entrambe le lingue che ancora prende in mano un libro e legge. Se alla comunità sudtirolese si può rimproverare di aver fatto in questi decenni del Südtirol l'ombelico del mondo, alla comunità altoatesina si può rimproverare l'opposto, e cioè di avere snobbato l'Alto Adige. In quest'opera Sandro Ottoni, per il resto autore anche di racconti fantascientifici, non lo ha fatto e anzi attraverso gli occhi e i pensieri del suo alter ego, ha guardato molto a fondo la realtà nella quale si è per così dire trovato catapultato.
Sono quadri molto ben tratteggiati quelli che l'autore dipinge con le sue parole. Ci portano nel mondo visto da un bambino di dieci anni del quale finiamo per immaginarci tutto, anche quello che l'autore non gli fa dire: e ciò è garanzia che il personaggio è davvero riuscito. Bello sarebbe reincontrarlo, Giacomo Chiodi, e sentire cosa ha da raccontare da adulto.
di Lucio Giudiceandrea
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