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LIBRI

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Lina Prosa

Teatro

Imola (Bo), Cue Press, 2024, pp. 123

Salita alla ribalta anche internazionale con La trilogia del naufragio / Lampedusa Beach – Lampedusa Snow – Lampedusa Way allestita con successo alla Comédie Française e tradotta in più di dieci lingue,
Lina Prosa raccoglie nel volume Teatro edito da Cue Press una serie di testi che illuminano le caratteristiche della sua scrittura e, soprattutto, inquadrano la fisionomia dei suoi personaggi. Si tratta di figure deboli, instabili, sottilmente tormentate, pronte alla rivolta, scettiche, depositarie di intimi segreti capaci di segnare, anche in modo rocambolesco, il non-senso delle loro strane esistenze.

Indicativo in merito è Ingrid e Lothar, il cui sottotitolo è Didascalia di una catastrofe: un attore, prima dell’inizio dello spettacolo, istruisce il pubblico sul comportamento da assumere di fronte al racconto dell’esile vita dei due personaggi del titolo impegnati nella conta di dieci pomodori che significa «perseguire la massima precisione per arrivare a toccare l’incomprensibile».
La battuta rimbalza nel tessuto narrativo della splendida commedia La carcassa di un’automobile misteriosamente finita in un burrone e notata nel buio da due poliziotti, Mimmo e Iachino. Hanno paura di avvicinarsi, la confondono con altri oggetti («non riusciremo mai a vedere cosa realmente sia quella cosa lì»); come un deus ex machina entra in scena l’enigmatico Liborio che ha trasformato la carcassa metallica in castello-teatro delle apparizioni dello spettro del padre, di shakespeariana memoria. Si anima un gioco di effetti incredibili intorno ai quali si svela il segreto, come in un giallo: quella macchina con le lamiere accartocciate, simbolo dei sogni e delle speranze di un’Italia che ha identificato nelle quattro ruote prestigio e successo, si intreccia nella vita del padre di Iachino, operaio emigrato a Torino, e della madre di Mimmo, maestra pendolare.

Ala dialettica visibile-invisibile ritorna nell’intrigante Il muro ha due lati, dialogo ambientato in una residenza per donne disagiate dome il muratore Nuzzo sta inalzando un muro per dividere in due parti la stanza di Nilla. I due, amici da bambini, esibiscono frammenti di memoria in parallelo al procedere del posizionamento dei mattoni, simbolicamente numerati, che progressivamente rimpicciolisco la visione del paesaggio, limitano lo sguardo sul mondo fino a quando si parleranno al di là del muro attraverso una fessura, «il luogo del perdono» dei loro insepolti sgarbi giovanili.

Delicatezza poetica e umana sprigiona Voglio fare la rivoluzione con te, ovvero il sogno ribelle di Cosimo recluso nel carcere di un paese chiamato Periferia a Sottana. «Ada, voglio fare la rivoluzione con te, oggi», dichiara l’uomo nel lungo e intenso monologo, evocando una figura femminile immaginaria forse reale, alla fine svanita nel nulla, nel metaforico oblio del silenzio: «i corpi de-rivoluzionati che hanno steso/Le lenzuola nel vuoto non ci sono più./Tutto è da rifare. Con chi? Per chi?»

Il senso di vuoto e la proiezione nell’ignoto costituiscono il segno esistenziale delle anime profilate dalla Prosa e calate in «luoghi emotivi» di quotidianità e di nostalgia espressi da un linguaggio essenziale, crudo e sentimentale, reale e visionario. Le parole sono in perpetuo movimento: sfiorano, penetrano e rifiutano il dialogo sempre intimo; fissano stati d’animo e turbamenti, perciò diventano imprevedibili e fuggenti come emerge anche dalla lettura degli altri testi contenuti in questa preziosa raccolta - Actor Studio-19, Antoniuccia e Peppino, Scavo di fossa nel bianco, Popolo-19, Africa mise en espace?.

                                            di Massimo Bertoldi

 

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