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Valentina Cortese
un breve secolo (1923-2023)
di Alfredo Baldi
Pisa, Edizioni ETS, 2023, pp. 156
«Il personaggio Valentina Cortese può sembrare semplice, ma in realtà è estremamente complesso. Viceversa può apparire enigmatico e intricato, mentre è di una schiettezza addirittura disarmante». Ne deriva la scelta, legittima e azzeccata, di dare voce all’attrice milanese attraverso «il narrare di sé, descriversi, raccontarsi». Così scrive Alfredo Baldi nell’Introduzione al suo bel libro Valentina Cortese un breve secolo (1923-2023) pubblicato da Edizioni ETS in occasione del centenario della nascita di questa indiscussa protagonista del cinema e del teatro.
I materiali raccolti – interviste e scritti vari della stessa Cortese – sono accorpati in una sequenza di capitoli disposti in ordine cronologico, nei quali si intrecciano le trame della professione artistica, le vicende della vita pubblica e privata costellata di episodi dagli effetti sismici.
Come l’anno 1940: la diciasettenne Valentina si innamora del direttore d’orchestra Victor de Sabata che aveva trent’anni più di lei: vive un «amore, nato da un’improvvisa inattesa magia, [che] ci aveva travolti in un viaggio di incandescenti emozioni che niente e nessuno poteva fermare», tantoché ne segue il trasferimento a Roma con il pretesto di frequentare l’Accademia di Arte Drammatica.
È Guido Salvini che le apre la strada al cinema facendola debuttare ne L’orizzonte dipinto al fianco di Ermete Zacconi. Nel periodo 1941-48 la Cortese si divide tra il grande schermo collezionando una decina di titoli, tra cui la partecipazione a La cena delle beffe dal dramma di Sem Benelli per la regia di Alessandro Blasetti, e il palcoscenico prima con Ettore Giannini (La signorina), poi con la Compagnia del Teatri delle Arti, per rivelare il suo talento nella compagnia fondata in ditta con Andreina Pagnani, Carlo Ninchi, Rossano Brazzi.
Altro anno cruciale: nel 1948 avviene il trasferimento a Hollywood dove si consuma il debutto nel cinema americano con I Corsari della strada diretto da Jules Dassin. Seguono altre pellicole di successo e l’esplosione dell’amore per Richard Basehart culminato nel matrimonio del 1951.
Al rientro in Italia il cinema rimane la principale occupazione (lavora con Michelangelo Antonioni, Vittorio Gassman) fino all’intenso rapporto, artistico e sentimentale, con Giorgio Strehler dal 1959 al 1972.
Dal debutto al Piccolo Teatro di Milano con Platonov e gli altri si susseguono spettacoli memorabili come El nost Milan (la povera gent) di Carlo Bertolazzi nel 1962 in cui la Cortese interpreta la tormentata Nina («con lei mi sono identificata, ho ritrovato me stessa, ho visto rafforzare i ricordi, le emozioni, le sofferenze della mia infanzia»), il goldoniano Arlecchino servitore di due padroni (1963), il pirandelliano I giganti della montagna nella parte della protagonista Ilse (1966) applaudita anche a Berlino da Romy Schneider «per 48 minuti» e in una replica romana da Aldo Moro («viene a salutarmi in camerino, era molto timido, mi fa i complimenti, mi dice poche parole, imbarazzato, io lo ringrazio»). Indimenticabile rimane Ljuba nel cechoviano Il giardino dei ciliegi (1974): l’attrice recita in modo elegiaco-malinconico, con pause e sfumature, registri espressivi velati e minimali («Il personaggio mi assomiglia, ha tanti miei difetti: butta via il denaro, è incosciente, apparentemente superficiale, leggero, infinitamente femminile e non riesce a staccarsi dall’infanzia […]. È continuamente in bilico fra la disperazione e l’allegria, fra la frivolezza e le lacrime»).
Si sommano altri grandi successi ottenuti con Gesù di Nazaret di Franco Zeffirelli (la Cortese interpreta Erodiade) che la dirige anche in Fratello Sole e Sorella Luna, con Effetto Notte di François Truffaut per il quale riceve la nomination per l’Oscar. A impreziosire il repertorio concorrono anche le tante e apprezzate partecipazioni radiofoniche.
Nel 1980 si celebra il matrimonio con il noto industriale farmaceutico Carlo De Angeli. Pur ridotti gli impegni teatrali, la Cortese nel 1983 regala al pubblico un’interpretazione sontuosa nella schilleriana Maria Stuarda al fianco di Rossella Falk per la regia dell’amico Zeffirelli. Si tratta dell’ultima grande prova artistica di una carriera luminosa restituita dal libro di Baldi in tutta la sua interezza e che si completa con la raccolta di undici interviste a personaggi molto vicini all’attrice tra i quali lo stesso Zeffirelli, Luca Barbareschi, Lando Buzzanca, Piera Degli Esposti, Eleonora Giorgi, Mario Monicelli, Piero Tosi.
Sono voci preziose che arricchiscono le nostre conoscenze della genuinità umana e sentimentale di questa grande e indimenticata attrice versatile, lieve e ironica.
di Massimo Bertoldi
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