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Dario Niccodemi e il teatro italiano del primo Novecento
Con lettere di Pirandello, d’Annunzio, Praga, Martoglio, Verga

di Carla Pisani

Roma, Bulzoni Editore, 2021, pp. 295


Carla Pisani scrive che la figura di Dario Niccodemi è «poco studiata e talvolta ingiustamente sottovalutata da una critica non sempre generosa di lodi e di consensi». Vero è che la sua attività teatrale ha offerto un contributo non trascurabile al rinnovamento della scena italiana di inizio Novecento, come assai bene dimostra e documenta il primo capitolo (Ritratto di Dario Niccoldemi) del libro in oggetto. Tuttavia, nel percorso creativo e culturale di Niccodemi si riconoscono i segni di un timbro “diverso” e “anomalo” rispetto ai canoni dell’epoca.

In primo luogo, Niccodemi matura intellettualmente a Parigi; vi si era trasferito nel 1902 per effetto dell’incontro con la star Gabrielle Réjane conosciuta a Buenos Aires, dove lo scrittore viveva dal 1884 con la famiglia emigrata e dove, poco più che ventenne, aveva avviato importanti collaborazioni giornalistiche come critico teatrale, in parallelo alla stesura delle prime commedie. Il contatto anche sentimentale con la prestigiosa attrice si traduce nella stesura di commedie di successo internazionale, tra le quali Il rifugio, L’Ariette, La Flamme. Lungo la Senna Niccodemi si ricama la figura dell’homme du monde e salottiero.

Nel 1914 si interrompe il rapporto con la Réjane e il “francese” Niccodemi si trasferisce in Italia accompagnato da un’immagine prestigiosa e autorevole di sé, tanto da essere nominato presidente della Società degli Autori, intraprendendo battaglie a favore del capocomicato contro la logica commerciale che stava entrando nelle prospettive manageriali del teatro italiano. L’urgenza delle riforme necessarie per allineare la scena nostrana a quella europea riguarda soprattutto il palcoscenico: nel 1921 Niccodemi fonda la Compagnia drammatica, primo esempio di ensemble guidata da un impresario-direttore che intende depotenziare il dominio del Grande attore di tradizione per creare un gruppo organico e attento alle ragioni e alla drammaturgia del testo piuttosto che all’esibizione di virtuosismi da mattatore.

Con Niccodemi crescono attori del calibro di Vera Vergani, Luigi Cimara, Luigi Almirante, Sergio Tofano, Niobe Sanguineti, Ruggero Ruggeri. Si confrontano con un repertorio vasto ed eclettico che spazia dall’iniziale Romeo e Giulietta alle nuove commedie dello stesso Niccodemi, da Jacques Deval a Victorien Sardeau, da Pirandello a D’Annunzio e altri coevi autori italiani.

Questa fucina di idee e invenzioni, progetti ambiziosi e visioni teatrali, rimbalzano nel ricco materiale raccolto nei Carteggi dell’Archivio di Dario Niccodemi che occupa la seconda parte del libro della Pisani. È interessante lo scambio epistolare con D’Annunzio animato dal 1911 al 1930 che consolida un’amicizia e produce un proficuo sodalizio culturale culminato nella messinscena de La figlia di Iorio.
Con Pirandello, conosciuto durante il periodo bellico, il rapporto si presenta prima complicato e ambiguo poi, via via, si consolida in corrispondenza della condivisione di analoghe impostazioni registiche maturate nell’ambito della celebre rappresentazione di Sei personaggi in cerca d’autore.
Il rapporto con l’attore Nino Martoglio si muove sull’alternanza tra momenti di completa armonia e situazioni di inquietudine e tensioni esplose soprattutto nel 1918 all’interno della Società degli Autori.

Nel loro insieme, queste lettere diventano preziose terrese per comporre il complicato mosaico del teatro italiano dell’epoca, con le sue luci e ombre, salti verso la modernità e contraddizioni evidenti anche nell’attività della Compagnia Niccodemi della quale si leggono in appendice i profili artistici degli attori principali, il repertorio del triennio 1921-23 e l’elenco completo delle rappresentazioni del drammaturgo livornese in Italia.
Si tratta di materiali preziosi che arricchiscono la conoscenza del complesso mondo teatrale di Niccodemi che nel libro dela Pisani trova una sua adeguata e completa ricostruzione condotta con rigore metodologico e lucida impostazione interpretativa capace di alimentare nuovi percorsi di ricerca.

 

                                di Massimo Bertoldi

 

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