IL CRISTALLO, 2011 LIII 2-3 | [stampa] |
Jean Ortiz, docente di storia all'università di Pau (Francia) prosegue nella sua ricognizione dei fatti che attengono la guerra civile spagnola: figlio di un combattente per la libertà "repubblicano", Enrique, Ortiz, storico, documentarista e poeta, come Fernando Arrabal, altro grande intellettuale spagnolo, poeta, drammaturgo, scrittore, polemista, figlio anch'egli di un martire della libertà, ha saputo rielaborare il lutto in modo oltremodo fecondo, con opere storiche, testi letterari, creazioni documentaristiche che ruotano, ma in modo fecondo e non ripetitivo intorno a quell'evento che i maggiori storici contemporanei sono ormai concordi nel considerare" prova generale della Seconda Guerra Mondiale", ossia la Guerra Civile Spagnola. Bypassando le"querelles di palazzo", le piccole invidie tra comunisti, socialisti, anarchici e altri (Giustizia e Libertà, per es., sempre impegnata nella lotta per la libertà spagnola e decisamente repressa, come socialisti e anarchici, dalla barbarie stalinista montante), Ortiz ci dice di quei guerriglieri spagnoli che portarono la lotta oltre i Pirenei, in Francia, ma che la Francia, non solo quella successiva di Pétain, collaborazionista con il nazismo, ma anche quella del Front populaire, della sinistra unita, cioè, tese a sedare e anche a reprimere, detenendoli in campi di lavoro, certo non equiparabili ai Lager nazisti dell' "Arbeit macht frei", ma in ogni caso non certo ospitali verso chi, volendo "esportare la libertà", rischiava, a detta dei governi del tempo, anche di quelli della "Gauche", di pregiudicare un rapporto, quello con la Germania nazista, già problematico, prima che il Fuehrer uscisse allo scoperto con le sue "follie", che in realtà - ben al di là della psichiatrizzazione di comodo - erano pure e semplici mire espansionistiche di chi non conosceva altro mezzo per "affermare la grandezza del Terzo Reich", che guerra, distruzione, massacri. Quale lo scopo di Ortiz? Quello per cui "è tempo di recuperare la storia per tanto tempo sepolta, di darle senso, di contrastare al passo le tòpiche revisioniste, di coloro che equiparano la volontà, premeditata e pianificata, di sterminio fascista e l'autodifesa repubblicana, a coloro che bollano i guerriglieri come "agenti di Stalin" etc. Quei guerriglieri erano ribelli indomiti, combattenti internazionalisti, eterni guastafeste (op. cit., p. 9). Un piano di lavoro, ma al tempo stesso una finalità da raggiungere, una metodologia critica, che si oppone al revisionismo storico, al negazionismo e ai loro cascami banali, riaffermando il diritto a una storiografia non banalmente "neutrale" (uno storico che si muova tuttora in un'ottica solo e banalmente neutrale è uno sciocco, un mentitore oppure un illuso, dove i tre tori enucleati non sono necessariamente auto-escludentisi). La collana storica della località pirenaica-marittima di Biarritz, incastonata tra montagna e mare, Francia e Spagna, ripropone con coraggio, con quello dell'"utopia che sa mordere sulla storia" (Otto Ruehle), problema-tiche come quelle accennate, con i libri di Ortiz e di altri, del suo team e non solo, in francese e in spagnolo.