IL CRISTALLO, 2011 LIII 2-3 | [stampa] |
Ich Wolkenstein 1377 - 1445 di Hans-Dieter Mück non svolge solo la funzione di essere catalogo dell'omonima mostra allestita negli ambienti di Castel Tirolo (9 luglio-21 novembre 2011). È un libro che ha il pregio di organizzare e arricchire le conoscenze finora acquisite con scrupolo e rigore scientifico. Questo a partire dai materiali che spaziano dall'iconografia coeva e posteriore alle fonti letterarie e archivistiche. Questo taglio, che garantisce al libro un'impaginazione finemente giocata sul dialogo tra testo e immagine, permette di ricondurre ad una dimensione più storica e concreta le tante pedine disposte sulla scacchiera del percorso esistenziale e creativo di Wolkenstein. Lo studioso libera il campo d'indagine dalle tante interpretazioni leggendarie, evidenti soprattutto nella storiografia locale, e presenta la vita tormentata e travagliata di questo personaggio nella sua duplice figura di nobile cavaliere amante dell'avventura e di abile Minnesänger. In questa prospettiva i testi poetici diventano fonti primarie, ma non esclusive: accuratamente selezionate sulla base di criteri strettamente storici e non letterari, affiancano gli altri documenti e definiscono la cornice di volta in volta creata da Mück, che ingabbia la concatenazione dei fatti in senso cronologico all'interno di specifici capitoli. Dalla nascita a Trostburg nel 1377 alla formazione scolastica, si passa alla presentazione di Wolkenstein al servizio del Vescovo di Bressanone e del Prevosto di Novacella, per poi seguirlo nelle dimensioni diplomatiche di respiro europeo svolte per Re Sigismondo, intervallate da tensioni e scontri con la riottosa nobiltà locale. Sono queste vicende assai note, che animano e sviluppano il modo organico il progetto Ich Wolkenstein, titolo quanto mai azzeccato di questo libro esclusivamente concentrato, e questo è il suo punto di forza, sulla genuina e diretta personalità di questo stravagante nobile, poeta e musico. Il punto di debolezza, semmai, sta nell'operazione editoriale che, pubblicando questo prezioso contributo solo in lingua tedesca, limita la diffusione di questo personaggio molto studiato in area tedesca, Germania e Austria soprattutto, con il chiaro intento di portarlo, giustamente, nei piani alti della letteratura del suo tempo e nella cultura tardo-medievale di quell'Europa che Wolkenstein ebbe modo di conoscere nei suoi tanti e incredibili viaggi.