IL CRISTALLO, 2011 LIII 1 [stampa]

Antonia Izzi-Rufo, Dolce sostare, Scandicci, MEF-l'Autore Libri Firenze, 2010, pp. 62

recensione di ENRICO MARCO CIPOLLINI

L'atlante del mondo è scombussolato. Tale secolo si è aperto all'insegna della guerra e ancor oggi ne è sconvolto. La terra soffre, il clima sta cambiando. E si potrebbe continuare all'infinito sui mutamenti in negativo e farne un trattato perché nessuno di noi ha una ricetta di come risolvere i problemi che ci assillano. Non esiste un lessico della ragione infallibile ma siamo preda di uno smarrimento generalizzato che ci coinvolge tutti, più o meno coscientemente. Il microcosmo, ovvero l'uomo, non è disgiunto dal macrocosmo ovvero da quel mondo pazzo che ci attornia, dal "milieu" che ci fascia. Eppure bisogna andare avanti, incedere in quest'esistenza dove"dio è morto": anche chiusura dell'omonima poesia, p. 24, della silloge poetica Dolce sostare di Antonia Izzi Rufo la quale come prefazione, e quale più chiara?, ha posto a p. 7

"Incide il tempo /il suo marchio sulla pelle e nell'animo... . "

E qui vi sono enucleati i motivi del suo poetare: il mutamento che il tempo inesorabilmente porta con sé, trascorrendo e l'azzurro che è ormai diventato opaco che rimanda un'immagine rassegnata dove "vacillano i sogni" mentre "il sorriso si fa malinconia" e continua impietosamente ma consigliamo veramente di leggerla. È, mi ripeterò sino all'infinito, questa silloge un atto di coraggio di cui solo le anime belle sono capaci. È un raccontarsi quando l'età si fa inverno senza remora alcuna: quasi un diario, un journal intime, che poi dà alle stampe. Gioie e tristezze d'amore familiari e non, sentimenti dolci (l'amore lirico e veritiero per la Natura) e più spesso amari con l'incubo del tempo che macina la nostra esistenza impietosamente, si amalgamano e si miscelano in modo sapiente e abile.

Bene ha fatto l'editore nel porre Sinestesia (p. 36) in prima di copertina che riassume il narrare l'esistenza.

di Antonia Izzi Rufo e di ciascuno di noi:

Realtà e tormento
Sogno ed evasione
Il mio senso sono
Inscindibile di vita

Con eleganza e stile ineccepibile non si nasconde dietro facili sperimentalismi ma ci narra il suo vissuto che diventa, in senso generale, anche il nostro a ben guardare dove c'è l'incubo sempre presente del tempo che tutto divora, impietosamente e ci riserva poche possibilità, chances.

Anche davanti alla bellezza della Natura, con la sua interna pace, ella non riesce a dimenticare il suo tormento e scoppia in lacrime (p. 37). In pochi versi riesce a comunicarci tutto, ovviamente per chi ha orecchie per ascoltare, sentire, comprendere. Così si potrebbe egualmente dire per tante poesie che scandiscono la breve silloge (vedi quale esempio eclatante la lirica a p. 24).

Il perché del titolo è ben esplicitato nella poesia Sosta, nel sereno, che addolcisce il dolore il quale scaturisce leggendo tale opera ultima in ordine cronologico della Poetessa di scapoli. Ma c'è una sorpresa che chiude tale libro, il mito rovesciato di Odisseo rispetto a certe leggende greche e soprattutto all'Ulisse dantesco. Anche se forse tutto ciò è da un lato legato ad un ricordo autobiografico, dall'altro è esplicito l'invito a vivere la vita che aiuta sempre chi osa. Ma l'essenza della filosofia che permea tale raccolta è l'esistenza la quale è legata inesorabilmente al tempo che è irreversibile. Se lo spazio lo possiamo ripercorrere, andare all'indietro, in breve; lo stesso discorso non è valido per Chronos. Solo la memoria ci può portare nei meandri dimenticati dagli affanni quotidiani ma non si possono più vivere con l'appiglio che si aveva "olim"; è proprio l'inverno che ci attende crudamente: si vive per la morte. Ma si tratta comunque di un vivere autentico quello che ci prospetta la Nostra Autrice e ciò è essenziale.

Una lezione da non dimenticare nonostante le cime di dolore molto crude ma la poesia non è verità forse e non mera consolazione? mi auguro che tale silloge cada in mani intelligenti per lo sforzo di "dirsi" genuinamente di Antonia Izzi-Rufo in questo "diario di bordo" che, in nuce, è il vivere.