IL CRISTALLO, 2010 LII 2-3 [stampa]

COLA RIENZO MANNUCCI, Il giardino del bosco. Un antico giardino che rinasce nel cuore del quartiere I, Firenze, Centro Sociale Gaetano Barberi.

recensione di EUGEN GALASSO

Se si dovesse giudicare l'intero libro (60 pagine, ma ricco di illustrazioni e di una valida bibliografia) penseremmo essere un testo di storia locale; a parte che locale non può essere, dato che Firenze è, almeno dal Medioevo in poi, centro di cultura e di storia (dove i due lemmi sono un'endiadi) universale, quindi ogni angolo del centro (e non solo, diremmo) respira storia, arte, "varia umanità" nel senso alto e vero del termine, oggi il Giardino di Borgo Pinti, riattivato e aperto al pubblico, ha una funzione ecologica e di "ricreazione" (dello spirito e del corpo, come si suol dire, spesso con scarsa attenzione a quest'ultima espressione "reietta"), ma anche una funzione sociale profonda, convergendovi Associazioni di Volontariato e Cooperative sociali, di cui Cola Rienzo Mannucci, l'autore, fa parte attivamente, anche quale studioso attento della storia fiorentina e bibliofilo. A tale proposito, possiamo tranquillamente parlare di un sapere reticolare, che circola nel libro, che fonde esperienze e conoscenze-competenze diverse in un'esperienza dello "star bene e bello", a contatto con epoche passate, ma anche con quanto ora "agita" extra-comunitari, diversamente abili, associazioni che a vario titolo si dedicano al "ben-essere" delle persone più diverse. Benessere che si ritrova studiando, leggendo, esaminando opere d'arte, ma anche "divertendosi" in un giardino-hortus conclusus "magico" per definizione, dove nella tradizione antica il bosco-giardino (e quello di Borgo Pinti è in ogni senso tale) come "fanum", era comunque già "luogo sacro" (qualunque cosa si intenda per esso) e anche il "profano" era quanto era comunque adiacente ad esso. Che si riviva la storia plastica di Jean de Boulogne (orrendamente italianizzato in "Giambologna", uno dei nomi più brutti della storia dell'arte) , con la scultura celebrativa di Cosimo I de' Medici o che ci si dedichi all'altrettanto nobile arte del bonsai, il citato giardino-centro d'irradiazione rimane assolutamente cruciale, quale focus e convergenza di quanto si è evidenziato.