IL CRISTALLO, 2010 LII 2-3 | [stampa] |
Carmelo Ciccia, noto critico letterario in occasione dei 150 anni dell'unità d'Italia dedica una rivisitazione della letteratura italiana incentrata sull'unità linguistica che via via si è formata, fino all'unità nazionale faticosamente conquistata, di cui la letteratura è stata insieme stimolo e testimonianza.
Accanto a questo tema altri vengono sviluppati circa la fioritura di generi e stili.
Tutti ricordano tra le reminiscenze scolastiche l'invettiva all'Italia di Dante: "Ahi, serva Italia di dolore ostello, / nave senza nocchiero in gran tempesta, / non donna di provincie ma bordello! " (Purg. VI, 76-78) e del Petrarca le due canzoni civili "Spirto gentil", "Italia mia" e il suo sogno di vedere rinata l'antica potenza romana o la definizione della penisola come: "Il bel paese: Ch'Appenin parte e 'l mar circonda e l'Alpe. "
Occorre arrivare all'Alfieri, a Leopardi, e ai grandi del Risorgimento per trovare quello stesso sentimento di amarezza e insieme di riscossa. L'Alfieri, sepolto tra i Grandi in Santa Croce di cui il Foscolo scrisse: "Con questi grandi abita eterno e l'ossa, fremono amor di patria". (Dei Sepolcri, 196-197).
Il Leopardi, richiamandosi alla canzone petrarchesca, scrive in "All'Italia": "O patria mia, vedo le mura e gli archi/ E le colonne e i simulacri e l'erme/ torri degli avi nostri, / Ma la gloria non vedo. "
Venendo al Manzoni, secondo il Russo nei due versi seguenti è già espresso il concetto di nazione: "non fia loco ove sorgan barriere/ tra l'Italia e l'Italia, mai più! ". E nel "Proclama di Rimini": "Liberi non sarem se non siam uni". Non si devono poi dimenticare tutti i poeti e prosatori che rafforzarono nel popolo il concetto di patria, di unità nazionale e linguistica come "Le mie prigioni" di Silvio Pellico, il popolarissimo "Cuore" del De Amicis, per citare solo quelli più letti e quanto ai poeti Giusti, Tomaseo, Berchet di cui, una volta si leggevano e si mandavano a memoria i loro versi nelle scuole.
Non possiamo ovviamente in questa sede citare tutti gli scrittori che il Ciccia prende in esame e che contribuirono con la loro opera a formare la coscienza nazionale, ma va detto che questo suo contributo storico-letterario, estremamente documentato, ha un altissimo valore civile e morale.