IL CRISTALLO, 2010 LII 1 | [stampa] |
Il nutrito repertorio di poesia ragionata in Toscana a partire dalla metà del 900, dimostra come Firenze con i poeti in essa confluiti e con le sue riviste (Cinzia, Quartiere, Cà Bela, Il Ponte, Collettivo r, Giubbe rosse, ecc. ) sia stato il centro culturale per eccellenza nel settore delle poetiche e della poesia: "Firenze come stazione di posta, come centro nevralgico di riferimento culturale per il nord e meta di conferma per il sud", come dice l'Autore.
Non per niente si segnala con i nomi di Betocchi, Parronchi, Bigongiari, Luzi, candidato per il Nobel.
Maniscalchi nell'interessante e documentato volume divide i poeti in cinque generazioni, scandite per ogni decennio per aggiungerne una sesta dei poeti più recenti e quelli di fine millennio. Si tratta di autori nati in Toscana, ivi rimasti o trasferitisi soprattutto a Roma per continuare la loro attività letteraria, oppure provenienti da altre regioni e stanziatisi a Firenze, come il trentino Gerola e il siciliano Zagarrio, fondatori della rivista "Quartiere". Questi poeti delle varie generazioni sono inseriti con le loro composizioni in capitoli tematici, in cui viene strutturata l'opera, divisa in cinque parti "ognuna delle quali a sua volta è costituita da sezioni interne": 1. Poeti e poetiche, 2. La polis, 3. Stanze e distanze, 4. La poesia poematica e l'ars brevis, 5. All'ombra delle Muse. Voci di fine secolo. Interessanti sono gli escursus che il critico fa nella poesia classica come ad es. a proposito dell'animale, oggetto di poesia: il cane Argo di Ulisse, l'uccellino di Lesbia, cantati rispettivamente da Omero e Catullo, per venire alla Cavallina storna del Pascoli, al bove del Carducci, alla capra di Saba ecc. per proporre poi le poesie su questo tema dei poeti toscani più recenti.
La stessa cosa avviene per il tema della casa o degli affetti familiari: il padre ucciso del Pascoli, il padre "dal cuore fanciullo" di Sbarbaro per poi riportare le poesie ispirate a questo tema, ma rivolte anche alla madre e ai figli da parte di Frattini, Scibona, Dell'Anno, Viviani…
Una poesia tematica vista e commentata attraverso i tempi che ci dà un quadro di come la produzione poetica si sia svolta in questa regione d'Italia.
Nella dotta e articolata introduzione Manescalchi, facendo riferimento all'evoluzione della poesia, osserva: "È solo con la terza generazione, ovvero col periodo nel quale Firenze si confermava capitale della cultura, che emergono giovani poeti di alto profilo come Luzi, Bigongiari e Parronchi. La quarta, animata dai poeti nati dal 1920 al 1930, è rappresentata dalle voci del secondo dopoguerra (realisti e postermetici)…"
"In Toscana si annovera un nutrito manipolo di poeti civili e religiosi che a vario modo e a vario titolo hanno interpretato il clima del secondo dopoguerra. Periodo nel quale Firenze è stata un crocevia di poeti trasferitisi a Roma e di 'immigrati' da altre regioni".
Il critico passa poi in esame le tendenze successive della poesia, da quella metafisica d'ispirazione cristiana alla poesia giocosa. Molto vi sarebbe ancora da dire su questo volume di oltre 450 pagine.