IL CRISTALLO, 2009 LI 1 [stampa]

J. SANNAZZARO, Arcadia, traduzione in neogreco di Kostas Mich. Stamatis, Atene 2008, pp. 200

recensione di ENRICO MARCO CIPOLLINI

Kostas Mich. Stamatis traduce l'Arcadia di Jacopo Sannazaro per la prima volta in lingua neogreca, volume apparso in Atene in questi giorni, con la introduzione di chi scrive e una premessa di Costantino P. Angelopulos, corredato il tutto da una disamina dell'opera sannazariana dello Stamatis medesimo comprese bibliografia, opere, stile, osservazioni glottologiche, linguistiche e l'importanza dell'Arcadia per i Greci.

Notevole lavoro quello compiuto dallo Stamatis che s'addentra in uno studio approfondito (basti vedere la cura dell'indice dei nomi toponomastici, della bibliografia sugli studi su Sannazaro, lo studio con zelo delle varie opere del grande poeta napoletano perché tale fu sempre lo Sannazaro) di tutta l'opera e le difficoltà di tradurre l'"Arcadia" in diversa lingua come la greca onde lo scandaglio delle etimologie che si presentano nelle opere tutte e nel capolavoro del Napoletano.

Per gli storici greci l'Arcadia era una regione montuosa dell'Ellade antica ove i pastori che la abitavano avevano sempre seguito un ideale di Vita improntato alla semplicità, ad una purezza di sentire i sentimenti e la Natura molto legati ad una mitologica età aurea dell'Umanità. L'Arcadia quindi, concepita in tal modo mitico, era la patria dell'amore sincero e spontaneo come il sentimento (sentire dal di dentro, nel profondo "intus"). Il Canto poetico diveniva la via maestra per comunicare i propri effluvi dell'animo umano, toto corde, in modo spontaneo. La durezza dell'esistenza era così obliata, dimenticata essendo gli abitanti dell'Arcadia quasi viventi in un sogno stupendo quanto inebriante l'animo e la vita medesima.

In questa atmosfera si colloca l'opera sannazariana, dove Sincero, o il poeta inteso in modo ideale nella sua autobiografia, racconta ai pastori arcadi la sua struggente e malinconica storia d'amore in maniera flautata e ritmata: come gli nacque tal sentimento e via dicendo, ma lasciamo parlare il libro qui in traduzione neogreca più che soddisfacente. È nel Rinascimento che il mondo mitico dell'Arcadia riprende vigore con la poetica bucolica, idilliaca: alla ricerca di una vita armoniosa e piena. Da qui il successo dell'opera del Napoletano che, ripetiamo, fu un grandissimo poeta e raffinato. L'opera si diffuse ben presto in tutta l'Europa, considerata giustamente un grande capolavoro e vero trattato della poesia bucolica. Ma rimandiamo all'opera dello Stamatis che lo spiega molto bene ed approfonditamente. Erede di Boccaccio, di Petrarca e del mondo classico, Sannazaro ha legato in un ideale il mondo occidentale e, rifacendosi al modello toscano come lingua, ha legato o contribuito in modo forte a legare l'Italia linguisticamente. Tale valore storico non sfugge a Stamatis e ai vari curatori di tal opera.

Un "Ad majora" meritato al valore di K. M. Stamatis. Tutto non abbiamo potuto dire ma il lettore ha ora a disposizione tale ottima e prima traduzione in greco.