IL CRISTALLO, 2009 LI 1 | [stampa] |
Alla narratrice, commediografa, saggista inglese Doris Lessing (nata in Persia da genitori britannici nel 1919), vissuta trent'anni nella Rhodesia africana, è toccato il Premio Nobel 2007, "per aver scritto dal punto di vista delle donne, senza essere femminista o comunista". Il suo famoso The Golden Notes book (Il taccuino d'oro), 1962, profetico, scostante e trasgressivo - quando vollero etichettarlo d'ufficio come un "classico" della letteratura femminista - provocò da parte dell'autrice un risentito rimando al mittente. Ignorata nella Garzantina 1985, la trama del romanzo figura tra quelle più note nell'odierna Garzantina "Enciclopedia della Letteratura" (Milano, Garzanti, 2007, pp. 1704, euro 38). Riferiamo la voce Il taccuino d'oro dell'ottantasettenne Lessing nei dettagli filosofico - sociali che ne rispettano la singolare valenza artisticamente visionaria con i piedi per terra: politica di conquista, colonialismo e anticolonialismo, sconsiderato razzismo e violenza etnica, familiarità con pazzia, eros non sempre liberatorio, ossessione della morte, ambivalenza e doppio, contrastante modo di essere. Tutti motivi per niente vecchi, polverosi e scontati, anche se qualche critico con imperdonabile leggerezza ha parlato di "Nobel da sbadiglio", di premio banalmente di comodo, atto dovuto, stanco trofeo passatista attribuito alla "nonna della letteratura"1.
Trame esemplari da "Addio a Berlino" a "La vita, istruzioni per l'uso"...
Alla prima edizione 1972 (aggiornata e ampliata nel 1975 e nel 1997), l'attuale riedizione della Garzantina"Letteratura" per il Terzo Millennio aggiunge circa 600 lemmi tra voci e schede di approfondimento. Intensa e diffusa la"new story" sia per i riassunti tematici di opere celebri, sia per i profili degli autori. Largo scenario internazionale di trame e profili, avendo riguardo tanto alla letteratura occidentale, del Vecchio Continente, quanto alle civiltà letterarie non occidentali, dall'Oriente vicino e lontano all'America Latina, dall'Africa post coloniale e non all'Australia.
Saldamente articolate e persuasivamente distintive le motivazioni. Ad apertura del romanzo Addio a Berlino (1939), l'autore Ch. Ischerwood si aggira per la metropoli tedesca con atteggiamento impassibile, da "macchina fotografica" con l'obiettivo aperto, senza pensare. Questo non gli impedisce di essere spettatore attento e partecipe delle vite altrui. Dramma in nove quadri di J. Genet, Il balcone (1956) è una "casa di illusioni" tenuta da madame Irma, nella quale i clienti, alcuni simboli del potere - un Vescovo, un Giudice, un Generale - soddisfano le loro frustrazioni. Si sà che l'ambiente impronta l'uomo. In questo senso Chiamalo sonno (1934) di H. Roth è calato nei quartieri ebraici newyorkesi e ha come protagonista il bambino David Schear, emigrato all'età di due anni dall'Austria per raggiungere in terra americana il padre Alberto, ex contadino trasformatosi in tipografo. Quella descritta da A. L. Solzenicy in Una giornata di Ivan Denisoviv (1962) è uno dei 3653 giorni trascorsi in campo di lavoro forzato da un contadino; tremendi, ossessivi i riti quotidiani: sveglia alle cinque, punizione per chi tarda ad alzarsi, misera brodaglia d'orzo per colazione, perquisizione in cortile col gelo che paralizza, marcia nella steppa ghiacciata, duro lavoro al cantiere.
L'amore erotico sprigiona una forza vitale capace di educare e insieme distruggere ne L'insostenibile leggerezza dell'essere (1984) di M. Kundera. Tenerezza estrema e completo, fiducioso abbandono si alternano a momenti di radicale incomprensione e crudeltà nei passionali rapporti tra il medico praghese Tomas (implicato nella drammatica Primavera di Praga 1966) e la bellissima Teresa. Proprietaria di una fattoria presso Nairobi, produttrice di caffè ai piedi degli altipiani del Ngong, insegnante medico, giudice tra gli indigeni, K. Blixen nell'autobiografico romanzo La mia Africa (1937) conosce profondamente e racconta quella che definirà un giorno "la mia terra libera, la mia grande terra, la terra del mio cuore". Professore di filologia germanica, anglosassone e antica - nordica a Oxford, J. R. R. Tolkien svolge la spettacolare trilogia romanzesca Il Signore degli Anelli (1954 - 55). Con vigoroso talento narrativo, sulla base di vaste ricerche linguistiche e mitologiche, crea il mondo degli "Hobbits", uomini più umani nel bene e nel male, personaggi primordiali, elementari come l'albero e la pietra.2
Spunti suggeriti dalla cronaca, senza che il dramma si appiattisca sul rigo basso del documento, investono La visita della vecchia signora, tre atti di F. Dürrenmatt, ambientati nel paesino immaginario ma ultra elvetico di Gullen, intristito dall'isolamento e dalla depressione economica. Composto da G. Perec La vita, istruzioni per l'uso (1978) riflette sul "puzzle", gioco di pazienza, che è al tempo stesso metafora dell'arte narrativa e della vita. Protagonista del romanzo Zazie nel metrò (1959) è un adolescente anticonformista, dal linguaggio pittoresco e salace.
... e da Vittorini a "Il segreto di Ortilia" di Vitali
Per le trame esemplari dedicate agli italiani E. Vittorini, R. Bilenchi, G. Berto, P. Volponi, A. Landolfi, i fatti registrati dalle cronache diventano veri quando si sostanziano di echi, trasalimenti, risonanze. Scritto e riscritto nel 1963, nel 1976, nel 1993, Fratelli d'Italia di A. Arbasino testimonia la necessità di rinnovarsi, adattarsi alle mutate con dizioni sociali, culturali e politiche del Bel Paese. Atmosfere conturbanti dai fragili Confini tra realtà e sogno ricorrono nell'Hilarotragedia (1964) di G. Manganelli, una sorta di trattato barocco sull'ossessione della morte (l'uomo attratto dalla "discesa", dalla fine). Nella narrazione Se una notte d'inverno un viaggiatore (1979) I. Calvino denuncia la propria (e altrui) impossibilità di scrivere un romanzo anni Ottanta; racconta infatti una vicenda attraverso dieci divertiti "incipit" di altrettanti generi e argomenti: dal realistico al fantastico, dal giallo al fantapolitico.3
I nomi nuovi del decennio1997 - 2007, una settantina, da M. Ammaniti a G. Wassenthal, propendono all'ironia e al virtuosismo critico. Tendono a far passare in secondo piano i contenuti e le loro valenze. Constatazioni lapidarie e tracciati corrosivi qualificano sia G. Ballestra, P. Cocho, G. Culicchia, sia E. Deaglio e F. Faletti. Inizialmente punk, la Ballestra sperimenta, fissa con La guerra degli Anfò "la realtà caotica dei giovani, tra radici negate, amicizie e ambizioni deluse". Viaggio iniziatico di successo mondiale, L'alchimista (1988) del peruviano Cocho. Focalizzati sull'universo giovanile e acutamente scanzonati Tutti giù per terra (1994) e Bla bla bla (1997) del torinese Culicchia. Il famoso romanzo e poi fortunato film La banalità del bene (1991) del giornalista e scrittore Deaglio ricostruisce la storia di Giorgio Perlasca, commerciante padovano che salvò migliaia di ebrei ungheresi durante la guerra facendosi passare per console spagnolo. L'esordio di Faletti, Io uccido (2002), è un thriller ad alta tensione.
Maturi intrecci di piani temporali, rilevanti posizioni narrative e precise identità storiche presentano V. M. Manfredi, M. Santagata, A. Vitali. Le ricostruzioni epiche di Manfredi, archeologo e scrittore, da Lo scudo di Talos alla trilogia Alexandros (1999), da L'ultima legione all'Impero dei draghi (2005), rappresentano validi, spettacolari punti. di riferimento non accademico alla civiltà antica, "grazie allo stile scorrevole e alle trame coinvolgenti, sempre nel rispetto della veridicità storica". Docente alla Normale di Pisa, studioso di Petrarca, Santagata esordisce come narratore con Papà non era comunista (1996), ambientato nella provincia emiliana. Nel successivo Il Copista (2000), l'immagine ufficiale di Petrarca "lascia il posto alla figura di un poeta ormai invecchiato, immalinconito e privo di ispirazione". Premio Campiello 2003, Il Maestro dei Santi Pallidi, romanzo di echi medievali, interroga sul ruolo che il caso ha nella vita dell'uomo. L'amore in sé (2006) racconta una amorosa vicenda sulla filigrana tematica di alcuni sonetti petrarcheschi. Medico di base nel paese (Bellano) in cui è nato nel 1956, Vitali esordisce con Il procuratore (1990), dove già compaiono le note caratteristiche della sua narrativa: "l'ambientazione nella provincia che si affaccia sul lago di Como, il denso intrico di fatti e di personaggi orchestrati con ritmo sapiente, il distacco storico dalle vicende narrate (anni Trenta - Settanta) e soprattutto l'empatia per le storie della gente comune, dalla cui autenticità la sua prosa sa distillare colori e sapori genuini della vita italiana". Premio Grinzane - Cavour 2003, La finestra vista lago lo ha imposto all'attenzione del pubblico e della critica. Dalla sua penna capace di vasti e calibrati registri sono poi usciti La signorina Tecla Manzi (2004), La figlia del podestà (2005, Premio Bancarella), Olive comprese (2006), Il segreto di Ortilia (2007).
Voci monografiche dedicate alla"guerra" e all' "erotismo"
Oltre alle trame aggiornate e all'inserimento di nuovi autori, nella Garzantina Letteratura 2007 risaltano, per chiarezza, concisione e densità informativa, le inedite voci- altrettante monografie - relative a taluni soggetti tematici ricorrenti nella secolare produzione letteraria: dal cibo alla guerra, dall'erotismo alla morte, dalla religione alla televisione, senza dimenticare la panoramica centrata sul rapporto delle donne con la scrittura.
Da Omero a Proust. La madaleine proustiana, un piccolo dolce morbido in forma di conchiglia inzuppato nel tè, esemplifica bene la lunga, complessa relazione tra civiltà letteraria e cibo. Anche l'altra grande opera che apre il Novecento, l'Ulisse di Joyce, inizia illustrando i gusti del protagonista Leopold Bloom, anche se meno raffinati di quelli di Marcel. Alla simbiosi di parole e sapori, alla confluenza tra verbo e gusto si attengono percorsi curiosamente drastici come il Manifesto della cucina futurista (1930), in cui Marinetti chiede "l'abolizione della pastasciutta, assurda religione gastronomica italiana", a favore di un'alimentazione più attentamente chimica. Sorprendenti e numerosi i detective patiti della buona cucina, dal Maigret di Simenon a Nero Wolfe di Rex Stout, dal Pepe Carvalho di Manuel Vasquez Montalban al commissario Montalbano di Andrea Camilleri.
In Servitù e grandezza della vita militare, A. De Vigny delinea il profilo interiore del soldato in tempo di pace negli anni stessi il cui lo Stendhal della Certosa di Parma, raccontando la disorganizzazione operativa dominante sul campo di battaglia di Waterloo, coglie lo spirito profondo della guerra moderna4. Riguardo alla prima guerra mondiale è da citare l'austriaco A. Lernet - Holenin, autore di romanzi e racconti militari che rievocano personaggi e vicende dell'impero asburgico: Lo stendardo (1934), Il signore di Parigi (1935), Il barone Buggi (1936), Marte in Ariete (1976). Firmati da differenti personalità di lingue diverse, Hemingway, Celine, Hasek, Babel.
Remarque, i rispettivi romanzi Addio alle armi (1929), Viaggio al termine della notte (1932), Le avventure del buon soldato Svejk (1920 - 25), L'armata a cavallo (1923), Niente di nuovo sul fronte occidentale (1929), hanno in comune la dissacrazione della guerra da ogni ipotesi di eroismo e la sua riduzione ad assurda, inutile carneficina.
Il secondo, catastrofico conflitto offre un campionario narrativo vastissimo. Il nudo e il morto (1943) di H. Mailer riprende la guerra sull'Oceano Pacifico. Memorabile Il Mattatoio n. 5 (1969) di K. Vonnegut sul bombardamento di Dresda. Il russo Nelle trincee di Staligrado (1946) di V. Nekrasov immette duramente, ossessivamente dentro una battaglia decisiva e crudele.
Nella cultura classica greca, Eros è figlio di Poros (acquisto) e di Penia (perdita). Condannato all'indigenza, il desiderio diventa insaziabile. Con le feste dionisiache - dalle quali nascono la commedia attica e le novelle milesie - la tensione al piacere si afferma come libero trionfo della sensualità. Si traduce in erotismo "solare" (Saffo, Meleagro, Luciano), estraneo alle sublimazioni etiche del platonismo. Superando la forte, negativa misoginia medievale (la sensualità è oscena, la donna immonda), l'umanesimo rinascimentale riprende congeniali temi e autori della tradizione classica. Aprono una nuova fase dell'erotismo i Sonetti lussuriosi (1526) e I Ragionamenti (1534 - 36) di Pietro Aretino, dialoghi di cortigiane sulla loro arte.
Dopo la drastica repressione da parte della Riforma, la letteratura erotica trova nuovi sviluppi in Francia, agli inizi del Settecento, la grande stagione del libertinismo5. Spetta ai libri incendiari del marchese De Sade portare alle estreme conseguenze la "scoperta della libertà" affondando teoria e casistica negli inferni di una sessualità totale. Nei primi decenni del Novecento le tematiche dell'erotismo s'incontrano con la cultura della psicanalisi freudiana; libido, pulsioni di vita e di morte costituiscono il nuovo lessico di riferimento per la letteratura erotica che suscita scandalo dall'Ulisse di Joyce, dal Tropico del cancro di Miller, da Lolita di Nabokov6.
Soggetti tematici dalla "morte" alle "donne e la scrittura"
Agli albori della scrittura l'epopea di Gilgamesc (2000 - 600 avanti Cristo) inaugura in Mesopotamia la ricerca vana dell'immortalità e il viaggio nelle lande desolate a trovare il nulla. Nel NuovoTestamento, libro della rivoluzione culturale cristiana, la morte biblica, pietra tombale definitiva, si apre al suo doppio, la resurrezione non soltanto delle anime ma anche dei corpi; la speranza nella giustizia e nella liberazione diventa l'alternativa all'inferno dell'esistenza e alla punizione dei dannati colpevoli. La vita cristiana sarà premiata. La morte può essere vinta7. Nel Quattro e nel Cinquecento il senso della morte e l'amore per la vita vengono declinati secondo la nuova sintassi del pensiero umanistico, anticipato in Italia dal Petrarca dei Trionfi: la morte trionfa sull'amore, ma sulla morte trionfano la fama e il tempo. I filosofi esistenzialisti e la psicanalisi freudiana intrecciano Eros e Thanatos, impulsi di vita e di morte, percorsi individuali e contesti storici del "secolo breve" (guerre mondiali, campi di sterminio, morte atomica).
Assumendo il rapporto civiltà letteraria - religione nella prospettiva che considera come e quanto la prima si alimenti o addirittura si sostanzi della seconda, la Garzantina Letteratura 2007 formula varie constatazioni, riassumibili nelle due estreme posizioni di chi dalla religione acquisisce i materiali e di chi nei testi sacri (Bibbia, Corano, i grandi Sutra) vede non solo opere di altissimo valore letterario, ma "la Parola", il Verbo, l'immagine perfetta di Dio. A questo punto, è il rapporto tra Assoluto e Storia a sconvolgere. Un rapporto da sempre inquietante, traumatico, assume la forma della voce tragicamente interrogante che non trova risposta, sino allo scontro con un Dio impassibile (tema del silenzio di Dio).
La prima stagione dei contatti televisivi con la letteratura (1954 - 1962) è segnata da una forte dipendenza dal modello teatrale; nel linguaggio della televisione dialoghi e monologhi prevalgono sull'azione (cfr. Il mulino del Po di S. Bolchi). La svolta epocale avviene solo in tempi recenti. Le rivoluzioni tecnologiche degli anni Ottanta / Novanta influenzano profondamente le percezioni di spazio e tempo, i rapporti sociali, le forme culturali più veloci e "visibili", come in Fango (1996) di N. Ammaniti, racconti di quotidianità metropolitana in bilico tra realtà e grottesco. Le nuove metamorfosi in corso, la letteratura, o meglio paraletteratura, prodotta dalla TV si sviluppa da un lato attorno allo spettacolo della politica, dall'altro in ordine alla satira e alla comicità (D. Luttazzi, L. Littizetto, G. Gnocchi).
La salita delle donne all'Olimpo delle lettere prende avvio nel Rinascimento, anche se ancora limitata alle corti. Ne è perfettamente consapevole L. Ariosto che nell'Orlando Furioso, canto XX, dopo aver chiamato gli scrittori "uomini invidiosi", così continua: "Ben mi par di veder che al secol nostro / tanta virtù tra belle donne emerga, / che può dare opra a carte e ad inchiostro, / perché nei futuri anni di disperga"8.
Il secolo dei "lumi" favorisce l'emergere delle donne dalla loro condizione di subalternità e l'affermarsi soprattutto delle pensatrici: Madame de Lambert (Riflessioni sulle donne, 1727), Madame de Stael (romanzo autobiografico Delfina, 1802). Le scrittrici del primo Ottocento sono lette da un pubblico femminile. Il centro della narrativa donna è una casa di campagna salubre che fa da contraltare alla città corrotta: J. Austen (Orgoglio e pregiudizio), Ch. Bronte (Jane Eyre), E. Bronte (Cime tempestose). Nella prima metà dell'Ottocento si va ampliando lo spazio letterario al femminile con G. Colette (Il mio noviziato), M. Serao, Sibilla Aleramo (Una donna), G. Deledda (Premio Nobel 1926). Dalla fine del secondo conflitto mondiale l'affermazione femminile in campo letterario avanza di pari passo con quello politico e intellettuale: S. De Beauvour (Per una morale dell'ambiguità), E. Morante (Menzogna e sortilegio), S. Plath, Ch. Wolf (Cassandra).
Il settore delle voci tematiche registra inoltre nella Garzantina Letteratura 2007 l'ingresso di generi letterari nuovi: graphic novel, new journalism, teatro di narrazione, slam poetry. All'impennata del thriller fa riscontro una sistemazione della materia nei diversi termini - lemmi che la connotano: giallo, hard - boiled, mystery, noir, pulp, spy story, procedural. La sezione Appendici presenta due novità di rilievo: Oltre il libro, dedicata a fiere, saloni, festival, manifestazioni letterarie;
Dall'autore al lettore, tappe del lungo percorso attraverso cui dal"cassetto" (o meglio dal computer dell'autore) un manoscritto raggiunge il suo destinatario. Questa seconda parte appendicistica risponde all'interesse sia dei semplici lettori, sia dei giovani che sempre più numerosi affollano le scuole di scrittura e di editoria.
NOTE
1 Ecco la trama del Taccuino d'oro. Nella seconda guerra mondiale e nel dopoguerra la scrittrice Anna Wulf, caduta in grave crisi esistenziale e creativa, non riesce più a scrivere una riga. Ricorre allora all'espediente di registrare su quattro taccuini di diverso colore il suo vissuto e le sue fantasie. Il taccuino nero racconta episodi della propria vita in Africa. Il taccuino rosso riporta annotazioni sugli ultimi anni di militanza nel partito comunista inglese. Il taccuino giallo contiene la trama di un romanzo narrante le vicende del suo alter ego. Il taccuino blu è il diario personale di Anna e degli amici. Il taccuino d'oro prende il titolo dal colore del taccuino finale della protagonista e conclude col suo crollo psicofisico.
2 Nei pezzi più intriganti della Garzantina Letteratura 2007, le trame allegoriche si risolvono tutte in racconto. Tra la fabula e il messaggio scatta ab origine una perfetta consonanza attestata da: Il signor Mani (1990) di A. B. Yehoshua, saga di un'antica famiglia ebraica; Sopra eroi e tombe (1961) di Ernesto Sabato, trafila storica di una oligarchia terriera argentina; Underworld (1997) di D. De Lillo, cinquant'anni di storia americana, dalla guerra fredda al crollo dell'Unione Sovietica.
3 In epoca di trionfante neorealismo,E.Flaiano narra il devastante disorientamento di fronte ad una realtà sempre più complicata e impenetrabile;un tenente dell’esercito italiano racconta le tragiche avventure capitategli in Etiopia e la sconvolgente crisi esistenziale che ne consegue. Un’irresistibile decomposizione della personalità corrompe e porta alla morte i protagonisti di Tre croci (1920) del toscano F. Tozzi.
4 Nei tre cicli dei Racconti di Sebastopoli (1855 - 56), ambientati durante la guerra di Crimea, Tolstoj descrive, con toni polemici particolarmente crudi, il sistema bellico e l'ordine militare, del quale mette in risalto gli aspetti più irrazionali; anticipando così tematiche che saranno approfondite nel secondo Ottocento e nel primo Novecento da Craine e Celine, da Remarque e da Lussu. Il capolavoro tolstojano Guerra e pace (1863 - 69) esalta la capacità del popolo russo di insorgere vittoriosamente contro l'invasore napoleonico francese.
5 I libertini, intellettuali in lotta contro l'oscurantismo religioso e il moralismo istituiscono una nuova nozione di erotismo: la natura, il piacere, il desiderio devono essere in ogni modo assecondati nella costruzione di persone e società affrancate dall'ignoranza e dalla repressione fideistica.
6 Gli studi sulla sessualità di Michel Foucault negli anni Settanta proporranno nuove relazioni tra erotismo e microfisica del potere, tra sessualità e biopotere, aprendo la strada alle conseguenti prospettive del femminismo '70 - '90 e delle "logiche del desiderio". La letteratura erotica comincia a esser declinata prevalentemente al femminile, da Storia di O. (1954) di P. Reage, da Emanuelle (1959) di E. Arsan e da Le età di Lulù (1989) di A. Grandes.
7 In Occidente, la letteratura cristiana apocalittica, fino alla grande sintesi poetica della Divina Commedia, istituisce definitivamente la Morte come punizione ineluttabile del peccato originale; ai peccatori è riservato l'inferno, che non è più il diafano oltretomba della tradizione greco - latina, ma diventa la drammatizzazione didattica e orfica delle punizioni che aspettano i malvagi.
8 Nel Seicento in Inghilterra spicca Aphra Behn, la prima donna che fa della scrittura il proprio mezzo di sostentamento col romanzo Oroonoko lo schiavo reale (1688), anticipatore di un tema - l'oppressione in regime coloniale - che verrà svolto variamente in epoca moderna.