IL CRISTALLO, 2008 L 1 | [stampa] |
Guidando, soprattutto di notte, in autostrada, è praticamente impossibile non notare come nelle automobili che superiamo, o come più spesso accade nel caso del sottoscritto, ci superano, appaia uno schermo piccolo ma perfettamente visibile, persino in quel brevissimo istante in cui riesce a distrarci, luminoso e quasi spavaldo nel buio della corsia al nostro fianco. Appeso quasi sempre al parabrezza (assicuratoci da potentissime ventose degne d'uno scalatore di grattacieli), e rivolto immancabilmente verso gli occhi del guidatore praticamente alla loro stessa altezza, uno schermo che può variare dai 2,5 sino anche a oltre 7 pollici di diagonale (!), occupa parte (variabile, appunto) del campo visivo di un numero sempre maggiore di guidatori, e consuma una percentuale non indifferente della loro attenzione durante un processo tutt'altro che banale come la guida di un automobile, in autostrada, magari in tarda serata o, si diceva, durante la notte.
Anche considerando sufficientemente elevata l'abilità di guida nostra e dell'automobilista medio, aspettandoci dunque che venga ugualmente posta la massima attenzione nonostante le molteplici fonti luminose già diffuse nell'abitacolo, e sperando nella salvifica presenza del vivavoce per non distrarsi a causa del solito telefonino, non dovremmo comunque sottovalutare un fattore molto importante, forse ancor più del reale disturbo prodotto dallo strumento in quanto tale. Possiamo comunque guidare bene, nonostante sia comparsa una specie di mini-televisione in mezzo al nostro campo visivo? Potremmo farci scudo con le svariate migliaia di chilometri ormai alle nostre spalle, oppure affidarci a quella sorta d'automatismo che chiamiamo in nostro soccorso (sempre e comunque a torto…) anche in quelle due o tre occasioni celebrative, condivise annualmente con amici, colleghi, parenti, in cui non riusciamo a non superare la soglia del tasso alcolico previsto dal codice della strada. Potremmo, in pratica, adattarci "semplicemente" anche a quest'ultima novità, riuscendo a fronte d'un certo impegno a farci incantare il meno possibile dal piccolo cinescopio, ma non potremo comunque sfuggire ad una certezza perfettamente evidente, anche se purtroppo come spesso in questi casi troppo facilmente lasciata ai margini del discorso. Quello schermo, perennemente acceso, in mezzo al nostro abitacolo, ultima novità tecnologica a completare il lay-out luminoso di un cockpit che viene studiato per somigliare al ponte di comando di un caccia militare o di un'astronave immaginaria, pensato in innumerevoli varianti per gratificare le nostre diverse "attitudini", e solo in qualche raro caso reali necessità, da avidi consumatori di idrocarburi, quell'aggeggio parlante e apparentemente geniale ed onnisciente, in autostrada, non serve a nulla. Proprio a nulla!
Utile a questo punto non tralasciare un dettaglio, che per le dimensioni complessive del problema ed i termini in cui è posto rischierebbe di ridurre sensibilmente la praticabilità del ragionamento stesso, un dettaglio apparentemente minimo di un problema apparentemente banale. Il navigatore satellitare, GPS, o come preferiamo chiamarlo, è comunque dotato (oltre alla possibilità fornirci indicazioni visuali) della capacità di comunicare con noi attraverso la voce di uno speaker virtuale, in alcune versioni recenti è persino possibile utilizzare voci di personaggi celebri (ovviamente più spesso comici…) da cui farsi dare irresistibili (!) indicazioni stradali. Il GPS, in sostanza, e da sempre, parla. In più lingue, volendo con diversi accenti pseudo-vernacolari, facendo persino battute sagaci su improbabili località della bassa padana o del profondo sud così da intrattenerci mentre ci informa. In sintesi, l'ennesimo apparato per l'edutainment mobile, sfruttabile nella gran parte delle funzionalità disponibili anche senza attivarne lo schermo ed ascoltandone soltanto i messaggi vocali.
Il fatto di voler sapere costantemente dove siamo (pur non avendo fondamentalmente alcuna possibilità di sbagliarci visto il luogo e la sua specifica morfologia), anche se in mille modi riconducibile all'abitudine e a specifiche fascinazioni tecnologiche, indica un'attitudine piuttosto comune e diffusa, persino divertente per chi è interessato all'evolversi del comportamento e curioso dei possibili sviluppi, ormai strani ed inusuali per periodi sempre piú brevi prima di divenire accettati e largamente diffusi. Attitudine che sembra caratterizzare e descrivere almeno superficialmente alcune delle piú visibili e apparentemente diffuse tipologie d'essere umano contemporaneo. L'uomo non tecnologico, ma iper-tecnologicizzato, digitale ma ancora per la gran parte in modo completamente eterodiretto e sostanzialmente non autoconsapevole, l'uomo di questa prima fase della transizione. Non si vuole in questa sede estendere il discorso ad aspetti fantascientifici e di stampo cyberrelato, neppure parlare di quel golem evoluto che, a seconda dei punti di vista, siamo diventati sin dai tempi del primo pace-maker, saremmo sempre stati perlomeno dall'invenzione del concetto di tempo e dalla definizione tecnica della sua misurabilità, saremo comunque tutti, presto o tardi. Non interessa, perlomeno ora, discutere di se, ed eventualmente quando, diverremo entità scaricabili su supporti esterni al nostro corpo organico, così come non importa quanto realizzabile, folle, o semplicemente orribile e disumana sia una simile possibilità. Sarebbe probabilmente più interessante domandarsi, ad esempio, come potranno variare le statistiche riferite agli incidenti automobilistici di un paese che, come il nostro, continua a produrre un numero annuo di vittime della strada degno di un bollettino di guerra, non d'una semplice rilevazione statistica. Ovviamente non si vuol neppure per questo correlare la presenza (tutto sommato ancora recente rispetto ad una più che certa futura diffusione di massa) dei navigatori con il crescere degli incidenti. Incidenti che peraltro continuano ad aumentare insieme al numero delle automobili, e da decenni, senza apparente soluzione. Piuttosto, quello su cui si tenta di riflettere in questa sede, e su cui si specula senza alcuna pretesa d'esaustività o scientificità, è la situazione nel suo insieme, così come percepita da un qualsiasi guidatore contemporaneo che voglia, molto semplicemente, tentare un approccio euristico al moderno modello di conduzione di un automezzo e ai suoi cambiamenti rispetto all'evolversi della tecnologia e delle risorse che rende disponibili. Ancor meglio, qui si cerca di farsi un'idea, prima di tutto da automobilisti, di cosa diavolo sta succedendo a un numero sempre maggiore di guidatori.
Il fascino dello schermo, prima questione annotabile, sembra esser tracimato dall'ormai vecchia e banale televisione, a qualsiasi strumento noi si scelga di usare. Rasoi e spazzolini elettrici, condizionatori, giocattoli di ogni tipo, contenitori per alimenti, qualsiasi cosa, volendo e potendo permettersi d'esser sufficientemente (!) tecnologici, può avere uno schermo. E anche non fosse a colori e/o ad alta risoluzione, sembrano chiedere a gran voce gli odierni consumatori, fate in modo che qualsiasi cosa maneggiamo abbia perlomeno un piccolo display LCD! Del resto anche la semplice brocca dell'acqua, dotata di filtro depuratore, mostra un piccolo visore che ci indica (ovviamente la stima…) del tempo che ci separa dal cambio della cartuccia filtrante. Quasi tutti questi schermi sono puri e semplici gadgets, posti a retorica (e perciò non sempre onesta) conferma del valore tecnico complessivo dell'oggetto, ma non sono praticamente mai direttamente correlabili alla reale qualità del medesimo. Nessun elettrodomestico, in alcun caso, può esser davvero migliorato a livello tecnico dal semplice inserimento di uno schermo, se non in considerazione della facilità di utilizzo e della usabilità (uno dei termini più di moda degli ultimi anni) che incidono ovviamente sulla qualità complessiva dell'esperienza dell'utente, ma non sulla prestazione pura, d'una lavatrice, di uno spazzolino o di un aspirapolvere. Anche per questo, dato che abbiamo appena scelto, faticosamente e dopo mille mediazioni in famiglia, la nostra nuova fiammante automobile, e visto che tra le cose che ci aspettiamo da lei c'è indubbiamente l'alta tecnologia complessiva del progetto, di cui ci siamo convinti nel tempo e dopo attente analisi che preferiremmo lasciare però all'immaginazione e alla coscienza di ciascun lettore (…), avendo prediletto la sicurezza ma non per questo dimenticato le prestazioni, sapendo già che il colore dell'illuminazione interna del cruscotto sarà blu, non possiamo non immaginare la presenza e l'utilità di un navigatore satellitare nel bel mezzo di tutto questo. Non saremmo abbastanza moderni, aggiornati, tecnologici, mancherebbe decisamente qualcosa, e del resto ormai ce l'hanno tutti, costa pochissimo, perché dovremmo farne a meno proprio noi? Un nuovo schermo va perciò ad aggiungersi alle normali luci dell'abitacolo, uno schermo da cui possiamo ottenere diverse informazioni, oltre ovviamente alla nostra posizione geografica con uno scarto teorico ormai di pochi metri. Possiamo infatti utilizzare lo schermo del navigatore anche per visualizzare le nostre fotografie digitali trovandoci in viaggio e senza un computer ed uno schermo più grande di quello della fotocamera con cui le abbiamo scattate, così come per navigare in rete o guardare addirittura un film, oppure per associare i nostri itinerari a punti precisi fotografati da amici e a cui possiamo farci condurre con un semplice click, lo stesso con cui trovare un negozio, un ristorante, un punto panoramico, una farmacia, nelle vicinanze. Ma non in autostrada, dove tutto ciò che esiste, dai viadotti alle aree di sosta e di servizio, è segnalato chiaramente, in modo ben visibile e senza che ci sia richiesto di distrarci dalla guida.